Globulo di Bok, formazione molto densa di gas e polveri. Immagine del telescopio Hubble, NASA.

Uno dei quesiti fondamentali riguardanti l’esistenza dell’acqua è quello relativo alla sua prima comparsa. Ovviamente questo elemento non è comparso subito dopo il Big Bang in quanto le molecole che lo compongono, contenendo ossigeno, avevano bisogno di un processo di formazione che dipendeva dalla formazione stessa e dall’evoluzione delle stelle. Un nuovo lavoro, tuttavia, rileverebbe che l’acqua, in quantità simili a quelle odierne, era abbastanza abbondante in diverse regioni dello spazio circa un miliardo di anni dopo il Big Bang.
“Abbiamo esaminato la chimica dentro giovani nubi molecolari contenenti mille volte meno ossigeno del nostro Sole. Con nostra sorpresa, abbiamo scoperto che possiamo ottenere tanto vapore acqueo, quanto si vede nella nostra galassia”, riferisce l’astrofisico Avi Loeb dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA).

Secondo gli studiosi, la prima generazione di stelle, di natura abbastanza massiccia ma di breve durata, avrebbe generato vari elementi tra cui l’ossigeno che si sarebbe diffuso nello spazio tramite esplosioni definite come supernove.
Attraverso l’analisi di ambienti poveri di ossigeno all’interno di nubi molecolari, è stato scoperto che a temperature di circa 80 °F l’acqua tenderebbe a formarsi sotto forma di gas, e quindi di vapore acqueo.
In quel periodo, a causa della bagliore della radiazione cosmica di fondo, molto più prominente di quanto lo sia adesso, le densità delle nubi di gas erano più alte, secondo il coautore della ricerca, Amiel Sternberg, dell’Università di Tel Aviv.

In questo modo sarebbe stata possibile la presenza di acqua anche con modiche quantità di elementi pesanti.

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